Lavoratrici discriminati negli ospedali Santi Paolo e Carlo

L’amministrazione dei due presidi ospedalieri ha brindato alla pessima negoziazione dei sindacati confederali, programmando risparmi sulle tasche dei lavoratori con figli, in particolar modo a svantaggio del personale femminile e delle loro famiglie.

Le informazioni contenute nei più recenti rapporti sulla situazione del personale maschile e femminile, mostrano che l’attuale direzione strategica, nonostante abbia conteggiato 102 dipendenti in congedo di maternità/paternità, è riuscita ad azzerare le fruizioni del congedo parentale.
Questo dato, confrontato con le 49 lavoratrici in congedo parentale del rapporto 2016/2017, confermerebbe l’effetto negativo prodotto dalla contrattazione aziendale per aver disincentivato economicamente i congedi parentali. Diversi accordi sulla produttività hanno premiato alcune assenze dal lavoro, come ad esempio i permessi sindacali, escludendo però dai medesimi benefici retributivi i congedi parentali, le malattie figli, il congedo di paternità e il congedo straordinario.
Da queste clausole risulta l’evidente discriminazione dei genitori, in particolare delle donne che di fatto, per tradizione o cultura, dell’assistenza familiare se ne fanno maggiormente carico.
Discriminare per motivi di paternità, maternità, assistenza all’handicap grave o per appartenenza di un determinato sesso, anche tramite accordi contrattuali, comporta la violazione del codice delle pari opportunità,una legge finalizzata alla promozione della parità di genere.
Ormai sono decine le sentenze favorevoli ai lavoratori penalizzati per questi motivi, ciò nonostante la ASST Santi Paolo e Carlo le ignora, così come le ignorano molti sindacati e componenti RSU dell’azienda.
Allora ci chiediamo la ragione per cui nonostante la norma riconosca determinati diritti, essi vengono violati spudoratamente senza pagar pegno.
L’ostacolo alla loro applicazione contribuisce indubbiamente all’involuzione antidemocratica delle istituzioni. Per garantire la democraticità di un paese come il nostro, non basta avere un sistema elettorale a suffragio universale, la cui rappresentatività tra l’altro può essere inficiata da l’elevato numero di cittadini insoddisfatti e non votanti, devono esserci “corpi intermedi” capaci di reprimere l’esercizio di un potere, sia esso pubblico o privato, imposto contro le regole comuni del vivere civile. La “Consigliera di Parità” territoriale è il “corpo intermedio” al quale la legge demanda il dovere di eliminare le discriminazioni, ma nonostante ella sia stata interpellata e sufficientemente informata, nulla è cambiato, nessuna modifica agli accordi discriminatori e nessun risarcimento è stato pagato ai dipendenti illegalmente penalizzati. In attesa di una vera democrazia, dobbiamo accontentarci di far funzionare almeno i cosiddetti corpi intermedi.
Speriamo qualcuno si svegli dai banchi dell’opposizione del consiglio regionale o dalla giunta comunale, almeno per fare qualcosa di buono, e perché no, magari anche ricordare all’ex dirigente UIL ora Consigliera di Parità che c’è un dovere istituzionale da ottemperare.
SLAI COBAS PUBBLICO IMPIEGO si impegnerà per aprire una nuova sezione sindacale alla Asst Santi Paolo e Carlo. Cerchiamo delegati e persone desiderose di occuparsi dei diritti del lavoro.
Sappiamo che sarà difficile essere riconosciuti dall’amministrazione della ASST santi Paolo e Carlo, non siamo privilegiati dall’ordinamento come alcune sigle sindacali
. Per la nostra contrarietà ai comportamenti discriminatori, denunceremo qualsiasi deliberazione aziendale, compreso eventuali regole contrattuali, che penalizzino le lavoratrici e più in generale tutti i dipendenti a cui devono essere riconosciute particolari tutele. L’attuale Governo di centro-destra, prodigo, a parole, di tanto “amore” verso la cosiddetta “famiglia naturale”, se fosse sincero non tollererebbe questa amministrazione ospedaliera, le cui disposizioni risultano svantaggiose per le lavoratrici con figli in minore età o con gravi handicap. L’incoerenza dei politicanti non ha limiti, dietro l’apparente superficie della propaganda, nascondono il volto di una autorità interessata prima di tutto a difendere gli interessi dei gruppi di potere.
Nemmeno ci stupiamo della inesistenza di alternative politiche, si è visto alle ultime elezioni: hanno dato dimostrazione di non avere sufficiente credibilità nella soluzione dei problemi economici e sociali del paese. Occorrevano proposte radicali di salvaguardia sociale, tutela dei diritti, di aumento dei salari e delle pensioni. Le sanzioni contro la Russia, le spese militari e la quota di tasse usate per pagare crescenti interessi sul debito pubblico, hanno peggiorato drasticamente la vita dei cittadini, molti dei quali sono caduti in stato di povertà.
Ovviamente, il nostro sindacato non ha il potere di risolvere tutti questi problemi, ma possiamo usare gli utensili a nostra disposizione, fare informazione, criticare, manifestare e mobilitarci con il fine di dare il nostro contributo al miglioramento del paese. Se ci date fiducia, ci candideremo alle prossime elezioni RSU. Promettiamo di insistere sulle politiche sindacali antidiscriminatorie, proporremo un aumento perequato dei salari. Nulla è stato fatto dall’attuale compagine sindacale in favore del welfare aziendale, noi chiederemo dei fondi, anche prendendoli dai proventi dell’attività intramoenia destinati all’azienda. Per il welfare aziendale abbiamo 3 proposte. La prima prevede l’integrazione mensile di 150 euro alla busta paga dei dipendenti affetti da malattie che richiedono particolari alimenti da acquistare. La seconda consisterebbe nel creare vie di accesso facilitate e contestuale riduzione costi per visite o esami sanitari in favore dei dipendenti colpiti da particolari patologie valutabili secondo criteri di urgenza e gravità. La terza proposta potrebbe essere lo stanziamento di un apposito fondo da utilizzare per una forma di pensione integrativa, in favore dei lavoratori dei quali si prospetta un reddito pensionistico che sarà inferiore a una soglia minima.

SONO APERTE LE ISCRIZIONI ALLO SLAI COBAS UN SINDACATO NON IN VENDITA!

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