No al furto delle nostre liquidazioni

Nel mese di settembre le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, hanno sottoscritto con L’Aran un accordo che dispone di destinare il Trattamento di Fine Rapporto (liquidazione) nei fondi integrativi pensionistici (Sirio e Perseo), per tutti i lavoratori e lavoratrici assunti successivamente alla data del 1° gennaio 2019. Questo accordo predispone che se un lavoratore/trice non comunica il proprio diniego, in virtù del silenzio assenso, la sua liquidazione finisce in questi fondi.

Questa operazione è stata decisa dal governo, in accordo con le sigle sindacali suddette, a seguito delle continue riforme del sistema pensionistico che ha ridotto di molto l’assegno mensile. Secondo loro questo è l’unico modo per recuperare quanto perso a causa delle riforme dette.

Non è difficile capire che l’operazione è una vigliaccata pazzesca, perché un lavoratore/rice deve destinare la sua liquidazione per recuperare quello che il Governo ha sottratto dall’assegno pensionistico con i propri soldi?   Adesso una volta terminato il proprio lavoro, la liquidazione, che ha un incremento sicuro senza oscillazioni del mercato speculativo, viene incassata dal lavoratore/rice e gestita  come meglio  crede. I fondi integrativi pensionistici, in parte vengono investiti nei titoli di stato in parte vengono destinati al mercato azionario, tutto sotto controllo da funzionari sindacalisti e padronali, in questo caso funzionari pubblici, nuovi burocrati lontani dai bisogni dei lavoratori il cui stipendio verrà sottratto alla rendita dai fondi medesimi.

Inutile ricordare a chi legge che le organizzazioni sindacali interessate all’operazione edulcoreranno la pillola amara con mille promesse e decantando tutti i vantaggi dell’operazione.

NOI VI DICIAMO CHE  È UNA OPERAZIONE  ECONOMICA  AI  DANNI  DI  CHI LAVORA E A FAVORE DELLA BUROCRAZIA SINDACALE E DEI PADRONI,  I QUALI  HANNO TUTTO DA GUADAGNARE,  senza contare che il mercato speculativo, anche  se diranno sicuro, può infine risultare in perdita e la vostra pensione non solo non aumenterà ma perderà  in parte o tutta la liquidazione, che viene investita.

L’accordo sottoscritto dall’Aran con le Org. Sin. maggiormente rappresentative, ha previsto che:

  • chi assunto/ta successivamente alla data del 16 novembre 2021, deve essere informato dall’Azienda subito e ha 30 giorni per comunicare il suo dissenso.
  • Coloro invece che sono stasi assunti dopo il 1° gennaio 2019 fino al 16 novembre 2021, devono essere informati dalle aziende pubbliche ed hanno 6 mesi di tempo per fare pervenire la propria richiesta.

Può succedere, e sicuramente succederà, che l’informazione tempestiva non sempre arriva con il risultato che chi non comunica il suo dissenso, in virtù della clausola “ultrademocratica”, inventata dai sindacati amici, si troverà con la propria liquidazione nei fondi integrativi e complementari, la quale non verrà più corrisposta se uno/na si licenzia per qualsiasi motivo o cambia lavoro, ma percepirà, quello che avanza  dal fondo medesimo, in  aggiunta all’assegno pensionistico.

Invitiamo tutti/te a assunti dopo il 1° gennaio 2019 a comunicare il formale dissenso al furto del proprio Tfs (liquidazione), con un modulo che potete chiedere alle delegate dello Slai Cobas, una volta compilato deve essere protocollato in segreteria con una copia per ricevuta firmata, oppure inviando con Poste Elettronica Certificata stampando l’invio e la recezione da parte aziendale.

  • Liberiamoci dal clima carcerario che stiamo vivendo in questi momenti presso l’A.S.P. Golgi-Redaelli, riprendiamo l’iniziativa sindacale, riprendiamo l’attività politica, difendiamo la nostra libertà !!
  • No al furto delle liquidazioni, lottiamo per l’aumento delle nostre pensioni con il calcolo retributivo e con coifficienti che recuperino l’aumento del costo della vita!!

SLAI COBAS A.S.P. Golgi-Redaelli

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