Solidarietà ai compagni del Si.Cobas e C.s.a. Vittoria

Solidarietà a chi lotta per i lavoratori!

Massima solidarietà alle compagne e i compagni del Si.Cobas e del C.s.a. Vittoria colpiti dalla repressione capitalistica.

La sentenza del 8 gennaio per lo sciopero davanti ai cancelli della DHL di Settala del marzo 2015 si commenta da sé:

  • 1 anno e 8 mesi al Coordinatore nazionale del Si.Cobas e ad altri compagni del Si.Cobas e del C.s.a Vittoria
  • 2 anni 3 mesi e 15 giorni ad una compagna del C.s.a Vittoria
  • 2 anni 6 mesi e 5 giorni ad un compagno del C.s.a Vittoria

Si tratta indubbiamente di un atto intimidatorio e repressivo di una estrema gravità!
L’iter processuale ha dimostrato chiaramente che durante quella giornata di mobilitazione non vi è stata alcuna tensione e lo stesso PM ha richiesto l’assoluzione. Ma ciò nonostante è arrivata una sentenza di condanna!
Ma se non vi sono stati fatti da contestare, cosa si condanna? Si condanna, la lotta dei lavoratori, si condanna l’opposizione di classe, si condanna il fatto che i lavoratori in special modo immigrati invece di subire e continuare ad essere sfruttati si organizzino e lottano per far valere i propri diritti.
Con questa sentenza si cerca di intimidire chi vuol lottare.Si cerca di proteggere i padroni senza e se e senza ma, al di là della legge, al di là del buon senso.
Questa sentenza è una prima zelante applicazione dello spirito del Decreto Sicurezza che serve a dare maggiore sicurezza allo sfruttamento padronale della classe lavoratrice rendendo ancora più ricattabili i lavoratori immigrati, dividendoli da quelli italiani, e facendo divenire illegali i picchetti, che in questi ultimi anni sono stati per altro compiuti soprattutto dagli operai immigrati della logistica, organizzati dal SI Cobas.
Come sempre i padroni hanno paura degli scioperi veri e quando i lavoratori fanno sentire con forza la loro voce non esitano ad usare la violenza o a trovare un appoggio negli apparati repressivi dello Stato.
A questa sentenza dobbiamo rispondere con una lotta serrata contro il decreto sicurezza che oltre agli articoli contro gli immigrati nasconde delle norme repressive che possono essere usate contro i lavoratori in lotta.
L’obiettivo reale del Decreto Sicurezza è aumentare lo sfruttamento dei lavoratori, dividendoli.
È sul terreno della lotta di classe che dobbiamo combatterlo, non dobbiamo accettare le divisioni che vogliono imporci i padroni, non esistono divisioni fra Italiani e Stranieri.
La sola divisione che esiste è fra sfruttati e sfruttatori. Con questa sentenza la magistratura, come sempre, ha deciso di stare dalla parte degli sfruttatori.
Lo sciopero è l’unica arma dei lavoratori, criminalizzare anche questa forma di lotta è la dimostrazione che il sistema del capitale italiano non può concedere più niente ai lavoratori; lo sfruttamento deve aumentare con il contenimento dei salari, con l’aumento dell’orario e la precarizzazione di lavoro.
Gli ultimi dati sull’andamento dell’economia italiana ed europea, ci dice che la repressione dei moderni schiavi salariati aumenterà, la repressione non fermerà le lotte, come in Francia così in tutta Europa la crisi del sistema con le sue leggi creerà le condizioni perché esploda la resistenza alle leggi del capitalismo.  l’unità dei compagni e l’unità di classe tra operai italiani e immigrati è la strada da seguire perché:

La lotta di classe non si ferma! Non si arresta!

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