Argento Vivo giornalino dell’A.s.p. Golgi Redaelli

Speciale Elezioni

il 14, 15 e 16 aprile del 2025 si terranno le elezioni delle Rappresentanze Sindacali Aziendali.

Come sempre questo è il momento dove candidati e delegati uscenti, sono più che presenti tra i lavoratori, nei reparti e negli uffici. Per anni non si sono fatti vedere o vedere poco ma il richiamo della “politica” è forte.

Quanti delegati, grazie al loro ruolo sono riusciti a “sistemarsi”, lavori agevolati e di comodo, corsie preferenziali per vantaggi elargiti dalla Direzione, vantaggi economici   e altro.

Questa non è una nota polemica, è solo una constatazione dei fatti, che ha impegnato lo Slai Cobas con i suoi delegati e delegate per circa 25 anni:

  • Lottare contro le leggi aziendali del risparmio, della riduzione del personale.
  • Lottare contro nepotismo e favoritismo.
  • Contro le pagelline le meritocrazie che favorivano sempre chi comanda.
  • Per portare in tasca alle lavoratrici e lavoratori qualche soldino in più.
  • Contro la meritocrazia e le intimidazioni.
  • Contro il precariato delle cooperative.  

Il sindacato di base è nato circa 40 anni fa perché le politiche concertative delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil dimostravano con chiarezza che i loro obiettivi di fondo erano l’appoggio a questo sistema,  e di conseguenza non danneggiare né i proventi delle aziende, e soprattutto non mettere in difficoltà le aziende pubbliche, nelle quali stazionava una marea di burocrati sindacali e funzionari doppiamente pagati e nullafacenti, oltre  che a consolidare il potere sindacale nei luoghi di lavoro e nelle  amministrazioni pubbliche.

Il sindacalismo di base ha detto da sempre No! A tutto questo.

I compagni che sono venuti dalle organizzazioni sindacali confederali, hanno subito, sulla loro pelle, processi e discriminazioni politiche, aggressioni fisiche, da parte di militanti della Cgil, forte rappresentativa e stalinista, (non risparmiati neanche da USB con processi e tentate espulsioni).  Aggressioni che avevano il compito di limitare o annullare il dissenso.

Questo, diranno in molti, fa parte del passato!  non succederà più.  Ma nessuno ci crede!!

Leggere la storia con le gradazioni ottiche giuste è stato sempre difficile e mi accorgo che anche in questo periodo purtroppo succede anche se parlano si pace e prosperità.

La situazion in Italia e nel mondo dice tutt’altro.  I regimi che si stanno consolidando in ogni nazione, e le guerre che si combattono nel mondo dimostrano apertamente che il sistema che ci controlla e ci governa va verso il totalitarismo, il decisionismo ed infine il fascismo.  Il sindacato cosà fara?

Anche lo Slai Cobas parteciperà a queste elezioni, e la posizione espressa in queste poche righe serve solo a precisare meglio la nostra posizione e chiarire alcune questioni.

Un chiarimento necessario per riaffermare alcuni principi su cui non si può transigere: per il grande lavoro che ha fatto lo Slai Cobas, per le sue posizioni portate avanti per 25 anni senza tentennamenti, senza compromessi e senza abbagli.

Leggiamo con rammarico e preoccupazione il volantino redatto dal “comitato dei lavoratori” il quale volantino sostiene che dopo tanto lavoro, fatto da queste compagne si è raggiunto un buon risultato e adesso vogliono consolidarlo e continuarlo presentandosi nella lista della Cgil.

Sostengono che tutto il lavoro svolto fino adesso sarebbe stato velocizzato se avessero avuto la rappresentanza nelle RSU. La loro presenza nelle RSU garantirà la scelta genuina dei lavoratori.

Ogni individuo può teorizzare tutto e lavorare per raggiungerlo; ogni persona può andare dove vuole, è l’assioma su cui si basa la democrazia e il libero pensiero, ma come nella vita politica dei partiti parlamentari, un decoro di facciata bisognerebbe pur mantenerlo.

Da parte nostra diciamo alle operatrici ed operatori che nello scontro politico e sindacale quel decoro di cui sopra bisogna farne tesoro, altrimenti dove va a finire la coscienza di classe, la lotta per organizzare i lavoratori/ci come classe per sé e non per il capitale!

Ora il “comitato dei lavoratori”, non sappiamo se c’è qualche uomo perché è nato con solo donne, e lo Slai Cobas ha contribuito alla sua nascita; esprime le sue posizioni per cui queste compagne, una addirittura ex delegata dello Slai Cobas, entrambe iscritte a questa organizzazione, si presentano nella lista delle Cgil perché, sostengono,  hanno ascoltato le parole rivoluzionarie di Landini, il segretario di questa organizzazione, il quale ha inneggiato “alla rivolta sociale”.

Sorge di botto il primo sentimento di incredulità, né  vogliamo pensare che la prossima sigla che attrarrà queste compagne  sarà la Uil perché  ha come segretario un certo Bombardieri, anche il nome ha la sua importanza rivoluzionaria, chissà poi se bombarderà gli operai o i padroni !!!  

In quanto a Landini, dicono, concorrerà alla presidenza del PD, (che non è un partito rivoluzionario) e ovviamente si spegneranno tutte le sue aggressività parolaie come quelle che diceva quando era segretario della  FIOM),  Ogni azione che si configura nel campo sindacale o politico ha bisogno di un aggettivo che la caratterizza, solo per indicare alle lavoratrici e ai lavoratori di decide e per chi, in questo caso l’aggettivo che si può usare e solo uno: TRADIMENTO POLITICO SINDACALE e altro, di cui tra l’altro siamo abituati.  

A tal proposito vogliamo ricordare un gruppo di delegati dello Slai Cobas che hanno combattuto in questo Ente per anni senza compromessi, senza favoritismi e con il chiaro intendo di portare in tasca ai lavoratori qualche soldino e di indicare la strada corretta da seguire.

Un solo esempio per tutte, la Cgil, allora coordinatori provinciale un certo Lombardi, si era presentato alle assemblee dei lavoratori agli inizi degli anni 2000, a proporre come soluzione ottimale la pagellina sul premio incentivante, firmata negli accordi nazionali e sponsorizzata a livello provinciale e aziendale.  Parlava della bontà della meritocrazia e altre posizioni coscienziose simili.  Bene in quel periodo era nato lo Slai Cobas alle II.PP.B.A, l’intervento del delegato  Dell’Orfano, serve ricordarlo a tutt@ mise a tacere il burocrate, con posizioni di classe e nell’interesse di tutti,  e convinse lavoratrici e lavoratori  a votare contro la pagellina con, infine,  l’accordo sudato e sofferto con la distribuzione a pioggia a tutti.

Anche sul piano economico ancora oggi dopo circa 25 anni, 90 colleghe e colleghi beneficeranno di un ricorso iniziato e gestito dallo Slai Cobas con l’avversità di tutte le altre sigle, che utilizzarono quei ricorsi, per sottoscrivere l’accordo famoso sul cambio divisa, poi disapplicato dalla RSU a maggioranza Cgil e Cisl.  

Quel ricorso fu organizzato dallo Slai Cobas con l’obiettivo di ridurre l’orario di lavoro a 35 ore settimanali pagate 36. Fallimmo quell’obiettivo (l’azienda era quasi d’accordo) per l’ostacolo politico di tutte le altre organizzazioni sindacali, tra cui USB.

Infine sappiate che il 29-08-2018 la Direzione dell’Azienda chiede la restituzione delle somme erogate a suo tempo, le famose 700 euro, per il ricorso che il presidente della Corte d’Appello di Milano dott.sa Monica Vitali, aveva rigettato la sentenza della Corte di Cassazione a cui l’azienda aveva fatto ricorso, perché “il vizio di omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio è prospettato in relazione alla valutazione di inutilità dell’esito dell’espletata CTU condotta con riferimento al numero complessivo delle giornate di lavoro da espletarsi dai ricorrenti, valutazione non sorretta da adeguata motivazione, sostanziandosi questa nell’erroneo convincimento della carenza di prove in ordine al numero delle giornate di effettivo lavoro svolto dai medesimi

In parole povere mancavano le timbrature, che l’azienda con un miracolo aveva farro sparire, e che pochi lavoratori produssero, 13 in tutto. Nessun delegato di altre sigle o iscritto si prese la responsabilità di organizzare la resistenza.

Il solito Slai Cobas, con lettera dello studio Rizzoglio, rispondeva: “a prescindere da quanto sopra, come gia detto, non si comprende, comunque, la ragione di tale iniziativa, tenuto conto che sentenza n. 2185/2017 della Corte d’Appello di Milano non è ancora definitiva e che i lavoratori hanno incaricato il nostro studio di proporre ricorso in Cassazione avversa alla stessa.”

Non c’è bisogno di dire chi si attivo giorno e notte per rispondere a quella lettera con i fatti. Una volta definitiva la sentenza, in tempi record vennero raccolte le firme per non perdere tutto e restituire i soldi al Golgi-Redaellli.

Con un secondo parere positivo della Corte di cassazione vennero raccolte tutte le 90 firme dei colleghi e colleghe, l’obiettivo era di coinvolgere e richiedere per tutti i secondi 3 anni di cui la Suprema Corte aveva deciso il pagamento di 10 minuti al giorno per 220 giorni l’anno, e per non far restituire niente a nessuno.

Per chi ha voglia di guardare tutta la vicenda dal verso giusto ragioni su questo:

  • Dopo 25 anni, il lavoro dello Slai Cobas è vivo e vegeto, porta ancora soldi alle lavoratrici e ai lavoratori,
  • Con la firma della riassunzione in corte d’Appello tutti 90 le lavoratrici possono chiedere il danno morale allo Stato per le lungaggini processali, che continuerà a gestire senza nessun obbligo.

Proponiamo ancora la nostra sigla per la serietà politica, l’impegno profuso in tutti questi anni, non solo teorico ma pratico di indirizzo e di lotta, che non deve finire solo con un impegno pratico a favore della lotta delle lavoratrici e dei lavoratori, e portare in tasca qualche soldino, che non fa schifo, ma dare prospettiva a un lavoro sindacale con i connotati di classe:

  • FUORI E CONTRO OGNI CONCERTAZIONE NAZIONALE E AZIENDALE, NESSUNA DIFESA DELL’ECONOMIA DI GUERRA E DI PROFITTO, NEI SETTORI PRODUTTIVI E DEI SERVIZI, LOGICA A CUI UBBIDISCONO TUTTE LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI, TRA CUI LA CGIL. 

Mantenere vivo un progetto politico-sindacale non è facile, visto i tempi che corrono. Paura, sottomissione, controllo delle coscienze e del portafoglio da parte di partiti e sindacati di regime, tradimenti e abbandoni della lotta, ma la nostra coscienza ci indica che non bisogna mai cedere perché la nostra natura di classe l’ho impedisce.

  • A QUESTO PUNTO, LANCIAMO UN APPELLO A TUTTE E TUTTI, LA COSCIENZA ANTAGONISTA GENUINA DEL SINDACALISMO DI BASE E DELLO SLAI COBAS NON DEVE MORIRE IN QUESTA AZIENDA, SERVONO COMPAGNI E COMPAGNE CHE VOGLIONO METTERSI IN GIOCO, 
  • È EVIDENTE CHE IL LAVORO DI PROSELITISMO FATTO FINO AD OGGI NON È ANDATO A BUON FINE, CONTINUEREMO QUALSIASI SIANO I RISULTATI DELLE ELEZIONI.

NOI VI DICIAMO CHE PRESENTARSI NELLA NOSTRA LISTA FA’ GIUSTIZIA DI ANNI DI LOTTA CHE A TUTT’OGGI PORTA RISULTATI CONCRETI ECONIMICI E DI RISCATTO, PERCHE’ FINO AD OGGI LO SLAI COBAS E’ STATO UNO DEI POCHI SINDACATI CHE HANNO CERCATO DI POLITICIZZARE LO SCONTRO ECONOMICO CON I PADRONI E GLI AMMINISTRATORI, SENZA COMPROMESSI E CON LA MASSIMA ONESTA’ POLITICA!

CHI VUOLE CANDIDARSI INSIEME AI QUELLI DELLO SLAI COBAS SONO BENVENUTI.

UN PROGRAMMA VECCHIO PER UNO SCONTRO NUOVO:

  • NESSUN REPARTO DEVE CHIUDERE, LOTTA PER FAR ASSUMERE GLI OPERATORI PER FAR FUNZIONARE TUTTO L’ISTITUTO, CON ORGANICI SUFFICINTI, E’ LA NOSTRA PRIMA BATTAGLIA.
  • PREPARARE UNA PIATTAFORMA CHE COINVOLGA TUTTE LE FIGURE DELL’ENTE: OPERATORI SOCIO SANITARI, AUSILIARI SOCIO ASSISTENZIALI, INFERMIERI PROFESSIONALI, TERAPISTI DELLA RIABILITAZIONE, MANUTENTORI E IMPIEGATI!
  • RICONQUISTARE LA TRATTATIVA SINDACALE CON LA PARTECIPAZIONE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI, CHE EVIDENZI TUTTE LE CRITICITA’ PER RISOLVERLE IN SEDE AZIENDALE E NELLE SEDI POLITICHE REGIONALI!
  • COINVOLGIMENTO DEI GIOVANI E DELLE GIOVANI LAVORATRICI SU UN PROGETTO DI LOTTA SINDACALE E POLITICO CONTRO QUESTO SISTEMA DI SFRUTTAMENTO MISERIE E GUERRE !!
  • NO ALLA PRIVATIZAZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE!
  • NO ALLA MERITOCRAZIA!
  • SI ALL’AUTORGANIZZAZIONE!

Chiunque fosse interessato a presentarsi con la nostra lista contatti i seguenti n. 3773109216, Azzoni Mario, Dell’Orfano 3356643651.

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