Fiat, un film già visto… il titolo? La guerra tra i poveri

CNH Industrial (multinazionale del gruppo Exor della famiglia Agnelli) ha annunciato la chiusura del sito FPT Industrial di Pregnana Milanese: 300 lavoratori o accettano di essere trasferiti a Torino o rischiano la cassa integrazione e poi la disoccupazione. Questo avviene perché l’azienda ha deciso un piano di riorganizzazione che coinvolgerà 17.000 lavoratori in Italia. Tale piano prevede la divisione del gruppo in due rami di attività per ottenerne una valorizzazione. L’aumento della redditività e il raggiungimento degli obiettivi finanziari saranno pagati dai lavoratori e dalle loro famiglie. Come sempre gli unici a guadagnare saranno i padroni, in questo casa la famiglia Agnelli il cui gruppo Exor nel primo trimestre 2019 ha accumulato profitti per 2,43 miliardi di euro.

Questa vicenda era apparecchiata da tempo.
Già a febbraio 2018 Richard Tobin, ex ceo, aveva dichiarato che per valorizzare pienamente il ramo d’impresa era necessario scorporare Iveco in due rami d’attività: camion e macchine agricole.
Nella primavera 2019 la casa di valore Fidentiis aveva dichiarato che la separazione dei due rami d’attività avrebbe portato alla creazione di elevato valore per l’azienda.
A luglio 2019 Iveco ha ribadito il suo primato di leader nel settore degli autotrasporti annunciando l’arrivo sul mercato del nuovo veicolo pesante S-Way, caratterizzato dalla tecnologia della Connectivity Boix ossia una piattaforma realizzata in collaborazione con Microsoft che fornisce assistenza al guidatore sfruttando la connettività avanzata e un sistema di consumo green.
E arriviamo al 30 agosto 2019. Sulla stampa internazionale compare la notizia che CNH Industrial, in occasione del Capital Markets Day a Wall Strett, il 3 settembre avrebbe dato l’annuncio ufficiale dello scorporo di Iveco e del nuovo piano di riorganizzazione.
E il 3 settembre arriva. Il fiume di dollari (28 miliardi di dollari) che Donald Trump ha deciso di donare in aiuto degli agricoltori americani sortisce il suo effetto. Il Presidente americano ha deciso di finanziare gli agricoltori per compensarli delle perdite dei dazi cinesi sulle esportazioni di prodotti agricoli made in Usa. Ovvio che questi finanziamenti spingono le attese di Wall Street sulle azioni di tutte le società legate al settore primario. Tutto questo si traduce in rialzo delle azioni di Cnh che produce macchine agricole.
Il 16 settembre apprendiamo che il fondo americano Elliott del finanziere Paul Singer (attuale proprietario del Milan), ha una quota del 3% nel gruppo delle macchine agricole controllato da Exor e vorrebbe avviare un dialogo per creare maggiore valore separando il business dei camion Iveco dalla sua più redditizia unità di macchine agricole.
Arriviamo così all’1 ottobre. Skytg24 Piemonte annuncia che Cnh Industrial nel 2020 interromperà la produzione nello stabilimento di San Mauro Torinese. Lo stabilimento dove lavorano 370 persone impegnate nella fabbricazione di macchine per le costruzioni cesserà la produzione ad aprile 2020 trasformandosi in polo logistico 4.0. Lo ha comunicato il responsabile delle relazioni industriali dell’azienda, Vincenzo Retusa, ai sindacati confederali (Fiom in testa) in un incontro all’Unione Industriali di Torino. Nell’incontro l’azienda ha spiegato il nuovo assetto del gruppo italo-statunitense, che ha diviso le attività dei veicoli commerciali Iveco e dei motori Ftp dal settore delle macchine agricole e costruzioni. Per la riconversione in polo logistico 4.0 l’azienda investirà 20 milioni di euro e, dopo 15 mesi di cassa integrazione, dei 370 lavoratori (erano 700 nel 2008!) ne rimarranno solo 110. Nel quadro della riorganizzazione aziendale, lo stabilimento di Pregnana Milanese verrà chiuso.
8 ottobre 2019. Ftp Industrial conferma la chiusura di Pregnana Milanese e afferma che lo stabilimento Torino Motori ricoprirà un ruolo strategico diventando il primo stabilimento di Ftp Industrial ad attuare la strategia aziendale verso l’elettrificazione delle propulsioni. L’ad di Ftp Annalisa Stupenego sostiene che le perdite non sono più sostenibili e per far crescere Ftp nel lungo periodo siano necessarie scelte difficili ma necessarie; infine, si impegna a cercare soluzioni di ricollocamento interno (trasferimento a Torino!) per i lavoratori di Pregnana. A queste affermazioni il sindacato confederale replica che è un bene che Ftp
incrementi gli investimenti per affrontare i cambiamenti di mercato ed è importante che l’azienda voglia fare di Torino un polo di eccellenza ma questo pone una questione di sostenibilità sociale.

Quindi, traduciamo e sintetizziamo:

  • ex Fiat (Exor, Cnh o Agnelli, come vi pare…), ormai americanissima con John Elkann, annusa l’affare: negli USA i finanziamenti agli agricoltori, concessi dal patriota Trump, porteranno ad un incremento del mercato per i mezzi agricoli (ed Elliott si butta nel business spingendo per una divisione dei rami d’azienda per valorizzare il settore delle macchine agricole ed attuare la sua solita speculazione finanziaria); il business in Europa è invece sui finanziamenti dell’Unione Europea per le imprese che attuano la riconversione green e 4.0;
  • ex Fiat (Exor, Cnh o Agnelli, come vi pare…) guadagna sia in Usa che in Ue;
  • divisione dei rami d’azienda, Industria 4.0 e riconversione green si traducono in esubero di lavoratori che si risolve così: si soddisfano enti pubblici come Arifl (Agenzia regionale di formazione lavoro) che riceverà fondi pubblici (soldi di tutti noi) per riqualificare quella piccola parte della manodopera in esubero che sarà utilizzata nel nuovo polo logistico 4.0; si soddisfano i partiti di governo che non perderanno consensi perché useranno soldi pubblici (soldi di tutti noi) per garantire i 15 mesi di cassa integrazione ai lavoratori non ricollocabili; si soddisfano i sindacati confederali (quelli dei metalmeccanici sono forti soprattutto a Torino) perché tutto sommato Torino rimane centrale nella strategia della ex Fiat;
  • Ex Fiat sta a guardare perché tanto non ha nulla da perdere;
  • i lavoratori saranno disoccupati.

E se ci immaginassimo un altro scenario? Ad esempio:

  • i lavoratori potrebbero obbligare i sindacati confederali ad indire uno sciopero generale di tutto il settore con manifestazione nazionale (giusto per mostrare ai signori Agnelli quanti sono ancora gli operai del settore in questo paese e quanto possono essere forti se uniti);
  • e si potrebbe ottenere, con la forza di una politica e di sindacati fino ad ora concertativi con la famiglia Agnelli, che la riconversione industria 4.0 e motori green avvenga a Pregnana Milanese (notare che, per cessata attività locale, la cassa integrazione verrà chiesta per 12-15 mesi e poi, chi non accetterà il trasferimento sarà disoccupato; se invece la ristrutturazione fosse a Pregnana, la cassa integrazione sarebbe di 24 mesi e poi i lavoratori tornerebbero al loro posto di lavoro);
  • e si potrebbe ancora mobilitare mediaticamente la stampa e le televisioni, che sono tanto sensibili alla voce della politica e dei sindacati nazionali, inducendo i media a rivelare finalmente la verità circa i soldi che noi tutti abbiamo nei decenni dato agli Agnelli e che è ora che loro restituiscano a questo paese e ai suoi cittadini e lavoratori.
    Certo, si potrebbero fare diverse cose e molto diverse da quello che si sta facendo fino ad ora. E forse ci renderemo conto di quello che si doveva fare solo quando, ancora una volta, sarà troppo tardi perché i lavoratori avranno delegato la loro vita a settori di Stato che hanno ben altri interessi della difesa dei lavoratori. Quando quei lavoratori assunti a tempo indeterminato, con scatti di anzianità, sindacalizzati, quando tutti loro non ci saranno più, la ex Fiat sarà ancora più libera di assumere con le nuove regole del piddino Jobs Act, avrà bisogno sempre più di lavoratori tecnologicamente avanzati alienati sul proprio pc, lavoratori 4.0 precari, parcellizzati, isolati. Ecco il vero piano di ristrutturazione aziendale della ex Fiat. Con il permesso di politica e sindacato compiacenti che sembrano tacitamente soddisfatti nei loro interessi a privilegiare i livelli occupazionali di Torino su Pregnana. Loro sono soddisfatti e tacciono. Per i lavoratori invece la solita guerra fra poveri …

Milano, 24 Ottobre 2019

SLAI COBAS PROVINCIALE MILANO

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