No! Contratti Bidone!!

La genesi

Alla vigilia del referendum costituzionale del 30/11/2016, Cgil, Cisl e Uil siglarono un’intesa sui futuri contratti del PI, ipotecando in negativo un aumento medio lordo di 85€, dal 2018, che non ci fa recuperare potere d’acquisto. Inoltre in 200 mila rischiano di perdere il bonus fiscale di 80€ e la soluzione è ancora incerta.

Ma ci sono i fondi?

Il Servizio Studi di Camera e Senato ha pubblicato un dossier contenente una sintesi della Legge di Bilancio 2018: 300 milioni € per il 2016, 900 milioni € per il 2017 e 2.850 milioni € dal 2018. Tali somme corrispondono ad incrementi retributivi pari a: 0,36 % per il 2016; 1,09 % per il 2017; 3,48 % per il 2018 (assumendo come termine di raffronto l’ammontare retributivo dato dal trattamento economico principale ed accessorio per il 2015, al netto dell’indennità di vacanza contrattuale). Avremo 50 € lordi e solo nel 2018!

Lo scaricabarile sugli altri enti

Gli pseudo aumenti restano a carico dei bilanci delle amministrazioni. Istituzioni ed enti pubblici diversi dall’amministrazione statale, lo stesso vale per la sanità, insomma tutti gli enti che non rientrano nelle amministrazioni statali devono attingere questi importi dai loro bilanci.
Quindi si mettono in competizione i rinnovi contrattuali con le assunzioni o la erogazione di servizi.
Incentivi ai comuni solo se venderanno azioni ed immobili, prosegue lo smantellamento del welfare e degli enti pubblici.

Le mani sul salario accessorio

Armonizzazione e semplificazione dei fondi del salario accessorio (a partire dalle indennità di disagio) e della produttività significano tagliare voci salariali e non cumularle. Invece della 14 mensilità in busta paga, il salario accessorio di tutti sarà distribuito solo a una parte del personale sulla base di dubbi metodi meritocratici. I tre porcellini confederali dichiarano di volere abolire la Brunetta ma si ispirano ai suoi principi. Abbasso la Brunetta, viva la Brunetta!

Il nuovo sistema di classificazione professionale

Viene eliminato l’accesso diretto in B3 o in D3. L’accesso è solo in B1 e D1. In tal modo il risparmio è solo degli enti locali. Saranno esigibili sempre più numerose funzioni abbassando il costo del lavoro e i nostri salari, disconoscendo qualifiche e profili professionali attraverso la creazione di categorie uniche.

Come ti penalizzo la 104/92

Nella proposta Aran per gli uffici centrali del Pubblico Impiego, i permessi andranno programmati mensilmente e, in casi eccezionali, richiesti 24 ore prima, ma mai dopo l’inizio dell’orario di lavoro. In realtà la programmazione mensile era già stata previste in circolari del Dipartimento della F.P. o dell’Inps ma l’assoluta novità è il limite delle 24 ore, penalizzando così il lavoratore o l’invalido bisognoso di cure.

Più flessibili per essere più schiavi

Produttività, selezione, premialità e flessibilità sono solo ostacoli al potere di acquisto e di contrattazione, se il sindacato fa propri questi concetti tradisce i lavoratori e asseconda il Governo. Emblematica è la flessibilizzazione della prestazione lavorativa e la stessa gestione dell’orario di lavoro tra coworking, smart working e orario multiperiodale (per risparmiare sullo straordinario e decidere a nostro discapito su orari e turni e risparmiando perfino sulle indennità oggi riconosciute). Con belle parole, il Governo vuole illuderci di andare incontro alle esigenze dei lavoratori, favorirne il tempo libero, ridurne l’orario settimanale e i carichi di lavoro, in realtà vogliono solo risparmiare facendoci credere il contrario.

Ferie, permessi e terapie salvavita

Le ferie e i permessi retribuiti saranno anche frazionabili ad ore, questa è solo una vittoria apparente, perché i cambiamenti avvengono solo nell’ottica del risparmio e della contrazione dei costi. Per le terapie salvavita, si nascondono dietro presunte concessioni sui giorni di assenza, di fatto si vuol restringere l’applicazione e cercare di inserire un tetto massimo di assenze annuali. Leggiamo ad esempio l’articolo 17, comma 9, del CCNL Comparto Scuola, che prevede: «In caso di gravi patologie che richiedano terapie temporaneamente e/o parzialmente invalidanti sono esclusi dal computo dei giorni di assenza per malattia, oltre ai giorni di ricovero ospedaliero o di day hospital anche quelli di assenza dovuti alle conseguenze certificate delle terapie. Pertanto per i giorni anzidetti di assenza spetta l’intera retribuzione», Successivamente sono arrivate le ristrettive note Aran, insomma le concessioni tali non sono perché esistevano già e poi sono state soppresse. In realtà si vuole solo imporre vergognosi limiti restrittivi sulle spalle di lavoratori affetti da patologie gravi.

Personale turnista e Polizia Locale

Sulla turnazione la bozza Aran dice chiaramente: “In materia di turnazione è necessario chiarire definitivamente che la prestazione lavorativa in turno svolta in un giornata festiva è una ordinaria giornata di lavoro. Al personale turnista che ordinariamente in base al turno assegnato presta la propria attività lavorativa in una giornata festiva, non si applica la disciplina del riposo compensativo a recupero della festività lavorata o la corresponsione dello straordinario di cui all’art. 24 del CCNL del 14/09/2000” non sono necessari ulteriori commenti. Per quanto riguarda la Polizia Municipale prosegue il percorso securitario che trasformerà i vigili in una forza dell’ordine pubblico a discapito di tutte le altre funzioni fino ad oggi svolte. Se è positivo il riconoscimento dell’equo indennizzo e il rimborso delle spese di degenza per causa di servizio; poi arriva la beffa con l’indennizzo della operatività degli agenti di PM a carico del fondo della produttività quando invece potrebbero essere finanziate dall’art 208 del codice della strada. Per finire, una beffa al democratico diritto di svolgere manifestazioni di carattere pubblico, è il fatto che le spese relative all’utilizzo della PM siano a carico delle associazioni organizzatrici (siano sindacati, no profit o gruppi politici).

Welfare aziendale

Già nel 2007 il governo e Cigl Cisl Uil cercarono di dirottare i soldi del Tfr dei lavoratori verso le pensioni integrative. Oggi, ci riprovano con l’adesione forzosa al fondo pensionistico integrativo e con l’istituzione di una polizza sanitaria.

Welfare aziendale, quanto mi costi?

Nell’atto di indirizzo del 6 luglio si ammette candidamente che il Fondo Espero (comparto scuola) ha meno di 100 mila iscritti a fronte di un potenziale bacino d’utenza di 985 mila lavoratori. Il Fondo Perseo Sirio ha circa 33 mila adesioni su 1.400.000 lavoratori. I due Fondi Sirio e Perseo, nel 2014 subirono una fusione per mancanza di clienti. Quindi, per invogliare i lavoratori, promettono il paradiso con sole poche decine di euro. Ma se a ragione, nei primi anni 2000, notissimi giornali economici affermavano che occorrono 5 mila €/anno per avere una decente integrazione pensionistica, le attuali cifre investite daranno ben poco ai lavoratori, ma tanto ai sindacalisti che siederanno nei consigli di amministrazione.

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